Il Premio Viadana

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A Viadana ogni anno arrivano scrittori importanti per presentare i loro libri al Premio Viadana, un tributo della città ai romanzi più interessanti pubblicati nell’anno precedente.

 

Viadana è città che ama la lettura come è evidente dai numeri dei lettori della Biblioteca civica dove si riunisce mensilmente anche il Gruppo di lettura “Letto e mangiato”. A Viadana è vissuto Daniele Ponchiroli (1924-1979), curatore editoriale, scrittore e filologo dell’Einaudi che, tra gli anni Sessanta e Settanta del Novecento, insieme a Bollati e Calvino, è stato una figura chiave all’interno della casa editrice ed ha avuto rapporti importanti con intellettuali e scrittori.

 

Il Premio Viadana nasce da un’idea di Pier Carpi (1940-2000), fumettista, scrittore e regista, che trascorse i suoi ultimi anni nella città. L’iniziativa ha incontrato un immediato successo nella popolazione viadanese e un interesse crescente da parte di molti editori italiani. Negli anni il Premio Viadana ha molto arricchito la comunità che ha ormai raggiunto, attraverso il confronto annuale con gli scrittori, una certa maturità nelle proprie scelte di lettura avvicinando i più giovani.

 

Per questo il vincitore del Premio sarà scelto tra quattro finalisti, individuati da una Giuria di 140 giurati adulti e giovani. La Commissione letteraria che ha individuato i quattro finalisti è costituita da Rossella Bacchi (Assessore alla Cultura Comune di Viadana e Presidente della Commissione), Luigi Bedulli, Ettore Biacchi, Benedetta Boni, Ada Lina Gorni, Alessia Lodi Rizzini, Naiche Moreschi, Daniela Sogliani (Direttore MuVi). Gli autori presenteranno i loro libri a Viadana e la comunità viadanese sceglierà il suo vincitore, votando separatamente, e individuando in particolare un vincitore principale del Premio Viadana ma anche uno per il Premio Viadana Giovani.

 

Nei trent’anni di questa importante manifestazione letteraria, molti sono stati gli scrittori giunti a Viadana. Tra questi Stefano Zecchi, Giuseppe Pontiggia, Melania Mazzucco, Carlo Castellaneta, Emilio Tadini, Michele Serra, Gianrico Carofiglio, Michela Murgia, Cristina Comencini, Valeria Corciolani, vincitrice dell’ultima edizione 2024 con il romanzo “La regina dei colori”.

 

I quattro finalisti del Premio Viadana 2025 sono:

  1. Paolo Malaguti, nato a Monselice nel 1978, vive ad Asolo e insegna a Bassano del Grappa. Ha esordito nella narrativa nel 2009 ed ha lavorato con diversi editori tra cui Neri Pozza, BEAT e Marsilio. Nel 2020 ha ottenuto il Premio Città di Como, è entrato nella cinquina del Premio Campiello nel 2021, nel 2022 ha ottenuto il Premio Mario Rigoni Stern. Dal 2021 dirige la scuola di scrittura creativa Alba Pratalia. Nel giugno 2022 ha diretto con Alberto Trentin la prima edizione degli Stati generali della Letteratura in Veneto a Bassano del Grappa. Malaguti presenterà a Viadana il 19 settembre (Giardini MuVi, ore 21.00) il suo romanzo Fumana (Einaudi, 2024), termine che nella bassa del Po vuol dire nebbia. Nel romanzo questo è anche il nome di una giovane donna che con il nonno, il rude Petrolio, va nelle paludi di notte a pescare le anguille. Fumana cresce libera e selvaggia, ma quando comincia a farsi donna, Petrolio chiede aiuto a Lena, la «strigossa» della zona. Lena le insegnerà molte cose, da come stendere la sfoglia per i cappelletti alle parole segrete che usa per guarire le persone. Mentre l'Italia passa da una guerra all'altra, Fumana scopre il suo dono, le sue qualità prodigiose visto che è «venuta al mondo con la veste». Paolo Malaguti ci racconta una storia antica eppure ancora vicina, un mondo perduto tra il fiume e la pianura, tra la pesca e la magia contadina.
  2. Roberta Recchia, nata a Roma e poco più che cinquantenne, è laureata in Lingue e Letterature Europee e Americane e in Relations Interculturelles et Coopération Internationale. Per molti anni ha lavorato in azienda e poi ha iniziato a insegnare nelle scuole, dedicandosi sempre alla scrittura. Recchia presenterà a Viadana il 26 settembre (Giardini MuVi, ore 21.00) il suo romanzo d’esordio Tutta la vita che resta (Rizzoli, 2024) presenta la storia di Marisa e Stelvio Ansaldo, che nella Roma degli anni Cinquanta si innamorano nella bottega del sor Ettore, il padre di lei. La loro è una di quelle famiglie dei film d’amore in bianco e nero, fino a quando, anni dopo, l’adorata figlia sedicenne Betta viene uccisa sul litorale laziale e tutti perdono il proprio centro. Nessuno sa, però, che insieme a Betta sulla spiaggia c’era sua cugina Miriam, anche lei vittima di un’indicibile violenza. Sullo sfondo di un’indagine rallentata da omissioni e pregiudizi, Marisa e Miriam devono confrontarsi con il peso quotidiano della propria tragedia. Il segreto di quella notte diventa un macigno per Miriam fin quando l’incontro con Leo, un giovane di borgata, porta una luce inaspettata e l’inizio di un nuovo amore.
  3. Ilaria Tuti, nata a Gemona del Friuli nel 1976, è laureata in Economia e Commercio. Dopo aver lavorato come illustratrice, ha pubblicato racconti gialli e fantasy in riviste e antologie ottenendo il Premio Gran Giallo Città di Cattolica nel 2014 e Premio della Montagna Cortina d'Ampezzo 2020. Nel 2018 ha esordito con la narrativa gialla e Fiori sopra l'inferno con protagonista la commissaria Teresa Battaglia dalle cui indagini sono state tratte, a partire dal 2023, alcune serie televisive con protagonista Elena Sofia Ricci. Nel 2020 ha pubblicato Fiore di roccia, romanzo storico ambientato nella prima guerra mondiale con il quale vince il Premio letterario nazionale per la donna scrittrice. Tuti presenterà a Viadana il 10 ottobre (Giardini Muvi, ore 21.00) il suo romanzo Risplendo non brucio (Longanesi 2024) ambientato attorno al castello di Kransberg, a pochi metri di distanza dal Führer asserragliato in un bunker dopo l’attentato del luglio 1944. Il professor Johann Maria Adami è internato a Dachau ed ha l’incarico di scoprire la verità che si cela dietro la morte sospetta di un soldato nazista. Per proteggere la figlia Ada che vive questo tragico momento della storia a Trieste, il professore dovrà trovare il coraggio per individuare il colpevole. È una storia di resistenza, di orrore e saggezza, di fragilità ed eternità, la storia di un padre e una figlia, allontanati dalla guerra e costretti a lottare con tutta l’anima perché la luce possa tornare a splendere.
  4. Paolo Ruffilli, nato a Rieti nel 1949, laureato in Lettere all’Università di Bologna, ha pubblicato numerosi libri di poesia, curando anche edizioni delle opere di Leopardi, Foscolo, Ippolito Nievo. Ha tradotto testi di Gibran, Tagore, i Metafisici inglesi, Mandel'štam ed è conosciuto a livello internazionale per i suoi libri di versi tradotti in molte lingue. Ha ottenuto diversi premi tra cui il Premio Dessì, il Premio Nazionale Letterario Pisa, il Premio Nazionale Rhegium Julii, il Premio Viareggio Giuria. Ha collaborato alle pagine culturali dei quotidiani tra cui Il Resto del CarlinoIl Giornalela Repubblica, Il Gazzettino. È direttore della collana «Biblioteca dei Leoni». Vive a Treviso dal 1972. Ruffilli presenterà a Viadana il 24 ottobre (Giardini MuVi, ore 21.00) il suo romanzo Fuochi di Lisbona (Passigli editori, 2024), ambientato nella città portoghese dove il protagonista, giunto per un convegno su Fernando Pessoa, si trova a vivere un’intensa passione per Vita, conosciuta al principio del suo soggiorno. L’amore travolge entrambi al di là di ogni considerazione razionale e lentamente va a intrecciarsi con la relazione che Pessoa ebbe con la giovane Ophélia Soares Queiroz. Come scrive Antonio Tabucchi «è un romanzo sull’amore e la passione, oltre che d’amore e di passione, come conoscenza viva delle cose negli universi opposti di un uomo e di una donna». Il libro è anche l’espressione dell’amore che Paolo Ruffilli nutre per uno degli scrittori più geniali ed enigmatici del Novecento, costantemente rincorso in queste pagine.