Oratorio Pubblico del Sacro Cuore al Ricovero, già Chiesa di S.Maria Maddalena del Convento dei Cappuccini. Canton di Ram
05/08/2016
I Cappuccini si stabilirono in Viadana nel 1595 e per
la costruzione del convento e chiesa, usufruirono dei
proventi derivanti dalle multe, date nel Marchesato di
Viadana, fino al 1602, anno dell'inaugurazione. Il
convento fu soppresso definitivamente nel 1798
con Decreto della Cisalpina ed i fabbricati convertiti in
ospedale per gli infermi. Vi finirono opere d'arte come
La Deposizione di N.S. nel sepolcro, proveniente dagli
Agostiniani in quanto acquistate dal Conte
Giuseppe Mazzucchini che qui la depositò con le altre. Questa
terracotta fu recuperata dal Parazzi assieme alla pala d'altare
di Maria Maddalena del Cappuccino Cosmo da Castelfranco,
al secolo Paolo Piazza, ora nella chiesa del Castello. I
Cappuccini, ridotti di numero ebbero funzione di cappellani
dell'ospedale e continuarono a celebrare nella chiesa, divenuta
sussidiaria a quella di S.Pietro, fino al 1810. L'oratorio, che
contiene alcuni dipinti e ornati murali di Marino Aroldi, è stato
riaperto al culto nel 2002, dopo un periodo di chiusura, per
volontà della Presidente Mara Azzi e recentemente è stato
dotato di una Via Crucis in terracotta policroma dello scultore
Paolo Conti. L'area su cui sorge la parte nuova della Casa di
Riposo corrisponde "al Canton di Ram", ora completamente
scomparso. Il terreno è pervenuto da una donazione forzata,
cui furono costretti Dario Zanolli (1874-1948) e la moglie
Carolina Del Bon (1880-1959) che era una "Tamplina", cioè
appartenente a quel matriarcato così definito in rima "Coli dal
Canton di ram li marcia in punta/ cun na scusalina clè tota
vunta/ li ga li scarpetini sensa punta/ li sa sunar la vioela./
Beli si, broti no/ li ga i capelli alla ricocò". Dario Zanolli, uno
dei protagonisti del socialismo viadanese fu costretto durante
il periodo fascista a trasferirsi a Milano, per il suo trascorso
di direttore della cooperativa di consumo proletaria. Ma tutte
le volte che ritornava con la moglie a Viadana nel "Canton di
Ram", alla notte mentre rincasava, dopo aver trascorso alcune
ore con i fotografi Azzolini "Fifain", veniva regolarmente
bastonato dalle camicie nere. Per sanare questa situazione
cedette con atto vitalizio del 19 febbraio 1938 n° 8461/6728
del notaio Eugenio Giani, l'ortaglia e le case a nord del
"Ricovero". Da quel momento cessarono i pestaggi. Grazie a
questa "donazione" la Casa di Riposo ha avuto modo di
ampliarsi.
Viadana
Via Ospedale Vecchio